Ringraziamenti

Eccoci qui. L’avventura è finita, anche se in realtà non finisce. Come ad ogni creatura reietta che si rispetti, per ogni tentacolo che le si taglia ne nascono due. Questo sito si trasformerà gradualmente, diventerà un ponte tra quanto è stato già raccontato e quanto si racconterà, rimarrà a disposizione dei lettori, dei nostalgici, dei curiosi e soprattutto di chi vorrà vedere e leggere ancora tante cose che riguardano Martina e il suo mondo.

Ora vengono i ringraziamenti, e non sapevo esattamente come farli, se dividere i disegnatori dai coloristi, i basisti dal lettering, se fare un’insalata mista o andare in ordine alfabetico. Ho deciso che, per la natura bastancontrariesca dell’intero progetto-laboratorio-fucina-setta-chiamatelo come volete che è stato (ed è) “Davvero”, sarei andata in ordine alfabetico al contrario.Quindi grazie a Francesca “Zambunny” Zambon, che prima ha barattato una puntata con una cuccia per gatti e poi si è pian piano aperta e dedicata alla causa persa, regalandoci quattro puntate colorate in maniera strepitosa; Alessia Vivenzio che ha sfidato il mondo intero con la sua deliziosa puntata manga, portatrice di un po’ di sana leggerezza; Antonella Vicari, che si è trovata il meteo contro e un concerto a tradimento; Mattia Vergara, dispensatore di basi e Robert Valcic che ha azzeccato la puntata perfetta per i suoi colori; Marco Turini che si è barcamenato tra le sue e le nostre donne, dando a Sara lo spessore che ci voleva; Walter “Dragobianco” Trono, la macchina, l’uomo delle interviste, Trainspotting sotto mentite spoglie, padre di futuri ramarri e, senza dubbio, di Rosco; grazie, grazie, grazie con tutto il cuore a Manfredi Toraldo che ha letterato ogni singola puntata nelle condizioni più impossibili; a Emanuele Tenderini che ha avuto il coraggio di partecipare portando qualcosa di realmente diverso alla portata di tutti, ed è un bene, è medicina buona; a Enrico Tanno e le sue due emozionanti puntate, abbonato alle signorine dai tratti delicati; grazie di esistere a Mariateresa “Melli” Stella, che ha dimostrato quanto il disegno sia rompere schemi e regole stantie scritte da gente nata vecchia e paludata (e poi Alessia non sarebbe Alessia, si sa); e grazie al primo parametro, Damjan “Datman” Stanich che vuole mettere un angolo in ogni cerchio e balzella tra pippe mentali e manie di onnipotenza che prima o poi ci spiezzeranno in due; grazie a Luigi Siniscalchi, con sincera incredulità per come ha saputo entrare nella storia con meticolosità, delicatezza e attenzione ai colleghi che ancora colleghi non erano; a Simona Simone che è stata una ventata di gioia e ha reso la delicatezza dei sentimenti come nessun altro; grazie a Albano Scevola; grazie a Luisa Russo, arrivata in punta di piedi chiedendo di fare più di una prova, dimostrando una dote quasi estinta, l’umiltà; grazie a Riccardo Rullo, che ha colorato perfino durante il terremoto, tenendoci tutti in ansia, e che c’è sempre stato, credendo in “Davvero” quasi più di ogni altro; grazie a Nicola Rubin che di “Davvero” ha compreso lo spirito e che ha aiutato il gruppo in momenti di difficoltà, ricordandoci di sorridere un po’ di noi stessi; a Davide, primo sostenitore, che da scettico blu è diventato baluardo occulto, che senza di lui non sarebbe stato lo stesso; all’immenso Maurizio Rosenzweig, che si è posto mille domande temendosi inadeguato (LUI!); a Val Romeo, che ci ha fatto stringere il cuore per l’espressività della sua puntata, e che stropicciamo di coccole; a Corrado Roi, che non doveva niente a nessuno e lo ha fatto e basta, perché mi vuole bene e io gli voglio bene; a Claudia “Nuke Biagi” Razzoli, dalle folli passioni e le giuste ambizioni; a Fabio “Robeef” Ramacci, arrivato primo, poi ultimo, nel frattempo groupie e molte altre cose nel mezzo (sì, c’è il doppio senso); a Nicholas Raimo, che guarda all’America e fa bene; a Roberta Porpora, con i suoi colori morbidi e lunari; ad Alessandro Poli, che diceva diceva e invece è stato più veloce della luce, tra patemi, paturnie e improbabili utilizzi di Skype; a Thomas Pistoia, il figlio della serva, batmaster, vendicatore mascherato, passato da “voglio tutta la puntata una settimana prima” a “tra due ore andiamo online, me le mandate le tavole?”, che ci vuole troppo bene e ha la maschera così in pezzi che hai voglia i litri di attak; a Emilio Pilliu, che ci ha fatti deflagrare regalandoci la bellezza di sette puntate colorate e forse le due puntate disegnate in assoluto più amate dal pubblico, altro che zucchero filato rosa; grazie a Giovanni Pigato, che in due tempi ha centrato l’obiettivo; ad Andrea Piccardo, un Signore, una Brava Persona, forse ruvido a volte, ma ringraziamo di averlo potuto conoscere, fossero tutti come lui, i professionisti; a Giuseppe Pica, bravissimo colorista; a Riccardo Nunziati, che ha scritto ogni singolo post-it che compare sul sito, che ha disegnato dozzine di pin-up, che ha dato vita a due delle puntate cardine di “Davvero” e ancora si fa troppe domande da bravo presidente della Paranoici Inc, insieme a Qui, Quo e Qua; a Flavio Naspetti, colorista di una disponibilità e una pazienza inaudite, così come Mr. Nice; a Eleonora Dea Nanni, gattina con gli stivali che ha paura di crederci quando da credere non c’è niente, c’è da SAPERE; grazie ad Andrea Modugno, travolto da un bimbo e mille difficoltà, ma aggrappato alla sua passione per il disegno; ad Andrea Missori, grazie; ad Andrea Meloni, che è Dio, e basta; a Eduardo Mello, il “piccolo” che farà una grande strada; a Mauro, che è sempre stato con noi; a Emma Martinelli, la prima a disegnare Martina; grazie ad Antonio Lucchi, padre di Selena, creatore dell’header, folle grafico in 3D, musicista che ha sempre avuto le prove giusto giusto mentre andava online, intillimano virilmente bramato; al Maestro Spartaco Lombardo che ha dato una mano, e che mano! Grazie a Davide Locatelli, disperso tra le prove; ad Alberto Lingua, l’uomo più insicuro del mondo con la sindrome dell’architetto e un solo chiodo fisso (quello, Albe’, quale altro?); ad Anna Lazzarini, che ci ha messo il cuore e l’anima e ci ha regalato alcune delle illustrazioni più belle mai viste; ad Andrea Izzo, che ha lavorato la sera dopo il lavoro; a Riccardo Innocenti, l’Ultimo Esordiente; a Roberta Ingranata, la più fotogenica e disinibita del gruppo, disegnatrice sensibile in incognito, ma il berretto non basta; a Luca Giorgi, che non ha solo portato colore ma preziosissime foto satellitari che sa solo lui come ha fatto, forse è una spia; a Francesco Francini, che ci ha fatto penare in tutti i modi possibili e secondo me se l’è goduta un mondo ad essere il più piccolo della banda; grazie ad Alessio Fortunato, Sara Foresti e Stefania Finocchi per averci dedicato tempo prezioso; a Gea Ferraris, disegnatrice donna che tra una spugnetta che cade e l’Oracolo di Nerdolandia si è sposata due volte e ci ha insegnato quanto sia bello (a essere capaci!) non prendersi sul serio; a Paolo Murgia, per i suoi sorprendenti colori; a Rosita Amici, schiva donna del boss che quando è stato necessario c’è stata; ad Andrea Gurzillo, ripescato in extremis; a Jonathan Fara, silente e presente, un segno splendido che deve essere ancora capito, ma accadrà, e presto; a Fabio D2Leo Detullio, dalla Corea con furore alcolemico (& polemico), genio compreso fin troppo, ambito, bramato e ottenuto dalle alte sfere, eppure anche da lassù prosegue a rompere i coglioni a tutti! A Mario del Pennino, mitico distratto che si perde finestre come caramelle, ma che con due tratti ti disegna il mondo; ad Andrea Del Campo che si è fatto tirar dentro e non ne è uscito nemmeno un po’ stropicciato; a Michela Da Sacco, che voleva solo essere maltrattata come gli altri, ma non è colpa mia se è così brava; a Fabio D’Auria, che ci ha provato, a insegnarci la disciplina, e partendo da una sola puntata disegno/colore è finito intrappolato in altre 3 colorazioni, senza lagnarsi mai; a Nardo Conforti, Narduzzo mio inunmefacissezonà che ci ha buttato dentro tutto l’americano che è in lui (pensa che è napoletano e vive in Giappone…); a Francesca Ciregia, che voleva sposare Selena e gliel’abbiamo impedito; a Maria Lorenza “Mia” Chidini che ha avuto il tempo minimo sindacale per fare un lavoro sontuoso, e ha anche il coraggio di chiedere scusa; a Elena Cesana, che fa la dura e la scafata, ma sotto sotto è una vera bastarda (con un’arma segreta in definitiva incomparabile, ammettiamolo); a Davide Cencini, giunto in soccorso; a Oscar Celestini che ha detto: “La guerra l’iniziano i soldati scelti, poi si arruolano i volontari, ancora dopo si obbligano i contadini e se la situazione è disperata, vecchi e bambini. Siamo arrivati ai contadini. Speriamo di non arrivare ai vecchi e ai bambini.”. Ha colorato 28 episodi e supervisionato tutti gli altri. E l’ha vinta eccome, la sua guerra. A Davide Cangemi, Cristian Canfailla e Marco Campani, grazie ai quali siamo riusciti a portare a casa i colori di diversi episodi, anche in situazioni di emergenza; a Giuseppe Candita, che si è prestato a un episodio FOLLE con un confronto MOSTRUOSO e ne è uscito splendido vincitore (e senza un capello fuori posto); a Matteo Bussola, che mi è sempre stato vicino, soprattutto nei silenzi forzati dei primi periodi, mettendoci faccia e nome, vagliando insieme a me dozzine di tavole, correggendo decidendo, sbagliando, sempre insieme a me, che lui non riesce a vedere come “la Barbato” ma come “quella che lascia in giro le tazze”; a Matteo Buffagni, la grande scoperta, un ragazzo che sa cosa sia la professionalità, la gentilezza, la generosità, che non sta a lesinare la sua arte ma si mette a disposizione degli altri. Non avrei mai creduto di poter incontrare una persona così civile, educata e disponibile nel nostro ambiente; a Davide Bucci e Silvia Bottali, che si sono buttati a corpo morto in quest’esperienza mettendoci tutto l’entusiasmo di cui c’era bisogno; ad Alfredo Boschini, che con grande modestia ha lavorato ottimamente; a Luca Bonisoli, altro elicottero in emergenza; a Laura “Gingi” Bianco, che ha regalato il suo viso a Martina, posando per dozzine di fotografie, ridendo e spalancandoci i suoi 18 (ormai 19) anni perché potessimo attingerne. Grazie, Gingi d’oro! A Micol “Meekle” Beltramini, che ha fatto di tutto, dalla PR alla groupie, a volte osteggiando le mie scelte così da rinforzarle ben bene. Ha guadagnato un paio di feticci e due mogli, non è male. A Elisabetta Barletta, che è salita sorridendo su questo carrozzone senza fare mezza domanda, ma solo con la gioia di partecipare; a Sergio Bargagliotti, che ha un tratto diverso da ogni altro, che colpisce e rimane; a Mauro Balloni, scelto da Matteo ma che ha spazzato via ogni mio dubbio con una puntata che si è fatta amare; a Walter Baiamonte, che ha colorato con vero trasporto e meticolosità due episodi per nulla facili. Uno che ci ha creduto, in noi. Grazie ancora. A Matteo Aversano, uno dei gladiatori che è passato sotto le forche caudine dell’editing e ne è uscito vincitore; a Francesca Antichi, delicata e preziosa, abbonata alle puntate notturne; a Lola Airaghi, che di “Davvero” è stata colonna e anima, massime zen e furie incontenibili, commozione e oroscopi, schizzi e tarocchi e disegni da strapparti il cuore e l’anima, perché in quelle tavole c’era TUTTO L’AMORE DEL MONDO PER QUESTO LAVORO!

Grazie a tutti, ciascuno di voi è stato e resta unico e prezioso.

E ora grazie alle vere stelle di “Davvero”, che non si contano perché non sono i numeri la cosa importante. Grazie a quelli che ci hanno seguito da quel lontanissimo 7 novembre, un po’ per caso, un po’ per curiosità, un po’ prevenuti ma più spesso privi di idee preconcette , con solo la voglia di leggere una storia. Siete cresciuti, siete diventati tantissimi e siete rimasti quando le critiche, le polemiche e i flames si erano spenti. Voi eravate lì, a ogni mezzanotte, puntuali, a leggere e commentare. Non importa se ci seguirete o meno in edicola, per noi è importante che siate rimasti fino ad ora, che abbiate camminato accanto a noi lungo una strada che secondo molti non aveva nessuna ragione di esistere.“Davvero” siete voi.

Quindi grazie.

E ci vediamo lunedì.

Paola Barbato

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